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Come allattare con i capezzoli piatti: preziosi consigli

Allattare con i capezzoli piatti è assolutamente possibile. Ecco tutto ciò che dovreste sapere in merito.

Come allattare con i capezzoli piatti? Ebbene, i capezzoli sono di tutte le forme e dimensioni. È possibile allattare con successo con capezzoli piatti o invertiti. Ecco alcuni consigli utili per voi.

Come allattare con i capezzoli piatti: preziosi consigli

Capezzoli piatti

Con i capezzoli piatti non c’è bisogno di fare nulla. La forte suzione del bambino aiuterà a far emergere i capezzoli più piatti.

Capezzoli invertiti

Se avete i capezzoli invertiti, avrete bisogno di maggiore aiuto e sostegno.

I capezzoli invertiti possono essere causati da:

  • Bande di tessuto connettivo che collegano il capezzolo al tessuto mammario interno
  • Dotti lattiferi corti
  • Tessuto connettivo meno denso sotto il capezzolo

Se uno o entrambi i capezzoli sono invertiti, all’inizio l’allattamento al seno può richiedere più tempo e pazienza. Fatevi aiutare da una consulente per l’allattamento per estrarre il capezzolo invertito prima di attaccare il bambino.

Potrebbe essere necessario applicare un’aspirazione per estrarre il capezzolo prima di attaccare il bambino al seno. Questo può essere fatto con un tiralatte o con un altro strumento. Questa operazione deve essere eseguita solo per un breve periodo. Il capezzolo diventerà più prominente dopo qualche settimana di allattamento.

Quando arriva il latte

Seguite questi consigli per aiutare il bambino ad attaccarsi al seno:

  • Massaggiare il seno prima della poppata.
  • Provate a spremere il latte a mano per ammorbidire l’area intorno al capezzolo.
  • Provate l’ammorbidimento a pressione inversa, un modo per ammorbidire l’areola. L’areola è il cerchio attorno al capezzolo.
  • Applicare un impacco freddo sulla zona intorno al capezzolo.
  • Non utilizzate paracapezzoli per aiutare il bambino ad attaccarsi, perché potrebbero causare ulteriori problemi.

Cercate un supporto

Se il bambino ha difficoltà a posizionarsi e ad attaccarsi, parlatene con il vostro ginecologo, l’ostetrica o un medico di fiducia che sia competente.

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Scritto da Stefania Netti
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