x

x

Come aiutare un figlio vittima di bullismo

Alcuni suggerimenti per non lasciare soli i nostri figli quando alcune situazioni sfociano nel bullismo

Il bullismo è sempre una questione delicata, soprattutto se a esserne vittima è vostro figlio. Proviamo a dare delle soluzioni per aiutare un figlio vittima di bullismo.
In che caso si può dire che vostro figlio è vittima? Secondo lo psicologo svedese Dan Olweus “uno studente è soggetto di azioni di bullismo, ovvero prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto ripetutamente nel corso del tempo alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni”.
Non è banale fornirne una definizione, in quanto gli atti di bullismo spesso vengono sminuiti e additati come “scherzi” o “ragazzate”.
Gli atti di prepotenza e/o violenza possono essere:

  • fisiche (percosse, calci, schiaffi, pugni)
  • verbali (prese in giro, insulti, minacce)
  • strumentali (furto di oggetti personali e/o materiale scolastico)

Inoltre, ricordiamo la sempre più frequente diffusione del cyberbullismo, ovvero una forma di bullismo che avviene tramite la diffusione sui social network e in rete di foto, video, chat private senza il consenso della vittima.

Cosa guardare

Non sempre è semplice accorgervi che vostro figlio è vittima di bullismo, in quanto i giovani tendono a non confidarsi sia per vergogna sia per paura di essere ulteriormente presi di mira. Tuttavia, è possibile notare tutta una serie di cambiamenti comportamentali e sociali: generalmente tra i più evidenti è possibile evidenziare la difficoltà ad andare a scuola, frequenti sbalzi d’umore, segni sul corpo conseguenti a violenza fisica, isolamento.

Come aiutare i figli?

Cosa fare se avete notato uno o più segnali? Prima di tutto, parlatene direttamente con vostro figlio. Cercate di fare in modo che si fidi di voi, attraverso una comunicazione amorevole e un atteggiamento non giudicante. Provate a rassicurarlo e fargli comprendere che quello che sta accadendo non è per colpa sua. Convincetelo ad aprirsi con gli amici che possono fornirgli un sostegno emotivo, possono aiutarlo a farlo sentire meno solo e a fronteggiare in modo positivo i bulli.
Durante questa fase è importante non sostituirsi ai figli, non bisogna assolutamente prendere iniziative senza il loro consenso e rivolgersi agli insegnanti, agli amici, ai compagni di classe o, peggio ancora, direttamente ai bulli, poiché vostro figlio deve diventare egli stesso protagonista e parte attiva, con vostro sostegno, della denuncia ai bulli.

Gli insegnanti

Se ha deciso di intraprendere questa strada, è indispensabile rivolgersi al coordinatore di classe ed eventualmente al dirigente scolastico che avranno l’obbligo di prendere dei provvedimenti disciplinari.
Se la scuola non lo prevede, potete chiedere di far organizzare delle conferenze con degli esperti per sensibilizzare tutti gli alunni su questo tema così complesso.
In caso di cyberbullismo, grazie alla legge del 2017, è possibile richiedere la rimozione dei contenuti diffusi sul web e sui social network.
È possibile rivolgersi alle Forze dell’Ordine per sporgere denuncia, ma questa deve essere considerata come ultima strada da percorrere; tuttavia, deve essere presa in considerazione in casi estremamente gravi o quando alle aggressioni fisiche si è aggiunta una o più aggressioni sessuali.
Nel caso in cui la situazione non si risolva, considerate l’eventualità di far cambiare classe o scuola a vostro figlio.

Questa non deve assolutamente essere considerata una sconfitta, né da parte vostra, né da parte loro. Anche se non è una garanzia del fatto che non sarà più vittima di bullismo, la sua sicurezza e il suo benessere emotivo sono molto più importanti della paura o della preoccupazione di “averla data vinta a loro”.
Ricordate che queste sono delle esperienze molto dure e traumatiche, quindi date ai vostri figli tutto il sostegno e l’amore che meritano e fate in modo che venga circondato da persone che gli vogliono bene, in quanto ciò lo aiuterà sicuramente a farlo stare meglio emotivamente.

Scritto da Redazione Online
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments

Quando dire che Babbo Natale non esiste?

Asilo: come gestire il distacco dai genitori

Leggi anche