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Cellule staminali: quando si possono donare

Le cellule staminali sono cellule non ancora specializzate che potrebbero potenzialmente diventare qualsiasi cosa. La donazione, in caso di necessità, è importante.

Le cellule staminali sono un’opportunità molto importante per la medicina odierna. Le ricerche a riguardo sono molte, potrebbero rappresentare una soluzione a tantissime problematiche relative alla salute umana, una vera rivoluzione in campo biomedico. Già oggi vengono utilizzate per alcune patologie, specialmente quelle riguardanti il midollo spinale. Ma la ricerca è ancora tanta, le sperimentazioni da effettuare numerose, le possibilità infinite. Ma cosa sono per l’esattezza le cellule staminali e quando si possono donare?

Cellule staminali: cosa sono?

Come tutti noi sappiamo il nostro organismo è composto da miliardi di cellule. Queste non sono altro che piccoli organismi, tutti interconnessi tra loro, ma in un certo senso indipendenti. Ognuna di loro infatti effettua al suo interno processi individuale per la produzione di energia e per rimanere in vita. È importante dire che ognuna di esse è specializzata per un determinato compito. Le cellule che compongo il tessuto dei muscoli sono specializzate nell’essere, per l’appunto cellule muscolari, quelle del cervello, i neuroni, sono strutturate in modo tale da trasmettere i segnali nervosi.

Le cellule staminali presenti in gran numero nel midollo osseo, nei cordoni ombelicali e gli embrioni umani, sono cellule non ancora “specializzate”. Piccoli organismi che potrebbero potenzialmente diventare qualsiasi cosa, da una cellula del tessuto osseo, ad una del cervello. Ne esistono di varie tipologie, e non tutte sono in grado di diventare qualsiasi altro tipo di cellula.

Quando donare le cellule staminali

Per i pazienti affetti da problematiche al midollo osseo, la donazione di cellule staminali rappresenta una speranza di vita. È in questi casi infatti che la donazione di cellule staminali è fondamentale. Il midollo osseo è deputato alla produzione degli elementi presenti nel sangue. Un suo malfunzionamento può portare a tantissime problematiche di carattere ematico. Il sangue è fondamentale per il nostro organismo, un suo malfunzionamento vuol dire morte certa. Sono questi i casi in cui le donazioni di cellule staminali dal sangue periferico, che vengono estratte attraverso un separatore cellulare.

Dopo aver sottoposto il donatore ad un fattore di crescita che consente di aumentarne il numero fino ad ottenerne la quantità necessaria per il trapianto, risultano importantissime. Il donatore ideale è un individuo che condivide buona parte del codice genetico con il paziente. Stiamo parlando quindi di familiari stretti, in particolare i fratelli, dal momento che presumibilmente di età simile.

Quando si può donare dal cordone ombelicale

Un gesto semplice che consente alle neo-mamme non solo di portare nuova vita in questo mondo, ma di aiutarne anche un’altra. La donazione di cellule staminali prelevate da cordone ombelicale è un processo molto facile che può avvenire al momento del parto. É del tutto indolore sia per la mamma che per il bambino. Questo sangue contiene una grande quantità di cellule che possono trasformarsi in cellule del sangue, globuli bianchi, rossi e piastrine essenziali per pazienti con problematiche al midollo spinale.

Abbiamo visto quando è possibile effettuare una donazione. Ma per capire con maggior chiarezza il momento più adatto, quali sono i segnali che ci fanno capire che non è il momento adatto per una donazione? La donazione non può essere effettuata nel caso non ci sia compatibilità genetica con il richiedente, o in caso di donazione da cordone ombelicale, prima delle 34 settimane di gravidanza, in caso di malformazione congenita, febbre o rottura delle membrane.

Le cellule staminali estratte dal midollo spianale hanno un periodo di conservazione molto breve. La donazione va quindi effettuata quando se ne presenta la necessità. Nel caso invece di cellule estratte dal cordone ombelicale la conservazione può essere molto più longeva. La loro estrazione può quindi essere effettuata quando la donna partorisce, ma solo dopo le 34 o al momento del parto e solo nel caso non si verifichino le problematiche sopra citate.

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