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Bambini prematuri: cosa c’è da sapere

In Italia i bambini nati prematuri, cioè prima delle 37 settimane di gestazione, sopravvivono nel 99% dei casi documentati e fra questi, coloro che sopravvivono con un peso inferiore ad 1.5 kg sono l'85%..

Il professor Vincenzo Carnielli parla della prematurità nella nascita, paragonandola ad un terribile malattia infantile ma certifica ed esalta, a differenza di altre situazioni cliniche, come questa possieda un’enorme capacità di recupero. I dati parlano piuttosto chiaro: in Italia i bambini nati prematuri, cioè prima delle 37 settimane di gestazione, sopravvivono nel 99% dei casi documentati e fra questi, coloro che sopravvivono con un peso inferiore ad 1.5 kg sono l’85%.

Che percentuali ci sono?

Per rispondere a questo quesito, bisogna precisare che non tutti i centri raccolgono dati in tal senso o che comunque, mancano di comunicazione.
In ogni caso, il 20% dei nati prematuri mostrano leggeri ritardi di tipo intellettivo oppure di disturbo a livello comportamentale: queste percentuali non decretano comunque una vera e propria disabilità, tanto meno una certezza relativa ad una conduzione della loro vita futura soggetta a forme di disagio, infatti il professor Carnielli spiega che al massimo questi bambini non avranno una media scolastica eccellente oppure non intraprenderanno carriere lavorative complicate, ma saranno sani, sereni e, compatibilmente con l’ambiente familiare, anche piuttosto felici.
Il 5/10% degli infanti nati prima delle 32 settimane di gestazione, presenta invece forme di disabilità più importanti: si parla di cecità, sordità o paralisi cerebrale. Le percentuali non devono però destare preoccupazioni, a fronte della rimanenza di casi in ottime condizioni che vengono catalogati.
Anche i polmoni possono risentire della nascita effettuata prima del tempo opportuno: questo succede in alcuni casi di displasia broncopolmonare, che è conseguenza di una non completa formazione dell’apparato respiratorio. Per superarla occorre che il bimbo abbia sostegno durante il processo di respirazione fino a quando sarà considerato opportuno dai medici.

Fattori di rischio

Uno dei fattori riguarda l’età della madre durante la gestazione e anche al momento del parto, maggiore è il dato anagrafico più si ha possiilità che la nascita avvenga prima del tempo dato.
Anche una conduzione consapevole della gravidanza è un fattore importante: per cautelare il bambino, bisognerà condurre uno stile di vita sano e rilassato per non incorrere in spiacevoli sorprese. La presenza di malattie ipertensive materne o sanguinamenti della placenta con possibilità di distacco, possono infatti diminuire o addirittura arrestare l’apporto di ossigeno al cervello del feto, causandogli seri problemi (in questo caso si parla di sofferenza fetale). La gravidanza va portata a termine secondo criteri medici specialistici che ne garantiscano la buona riuscita. Non bisogna quindi affidarsi a consigli degli inesperti.

Bisogna distinguere caso per caso

Poichè la gestazione, seppure debba seguire linee generali che la medicina indica, è un’esperienza totalmente personale ed unica per definizione, bisogna capire le condizioni della nascita prematura del bambino accertando le circostanze di ogni singolo caso che venga vissuto. Dati e generalizzazioni servono a ben poco rispetto all’esperienza genitoriale e di un medico che intervenga in modo opportuno

Un bambino nato prematuramente è una creatura che ha bisogno di maggiori attenzioni sin dalla nascita, e che ha possibilità di recupero maggiori, come i dati sostengono, fino ad arrivare ad una condizione di vita eccellente e pari agli altri.
È dunque rischioso il parto prematuro per il bambino, per questo occorre essere seguiti da professionisti che siano preparati a qualsiasi evenienza, ma il recupero da questa condizione senza che derivi alcun danno, è più semplice e più diffusa di quanto si possa credere.

Scritto da Redazione Online
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