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Bambini con crisi epilettiche frequenti

Si calcola che 1/ 3 dei bambini soffra di epilessia, cioè scariche elettriche improvvise che si generano nel cervello; questo disturbo può insorgere nei primi mesi di vita e risolversi in età pre-adolescenziale, talvolta può accompagnare il paziente per tutta la vita con periodi di calma e periodi con maggiore frequenza di crisi.

Le crisi si manifestano talvolta con assenze, talvolta con crisi convulsive e perdita di sensi, crisi che coinvolgono solo una parte del cervello, crisi focali, o tutto il cervello, crisi generalizzate.

Nella maggior parte dei casi le cause dell’epilessia non sono note; in una casistica inferiore si adducono come fattori :

  • Malformazioni del cervello verificatesi durante la gravidanza
  • Mancanza di ossigeno i fase perinatale
  • Traumi
  • Disturbi metabolici
  • Comorbidità con altri disturbi

I genitori che notino alcuni segni particolari nel bambino, dovrebbero rivolgersi al pediatra per sicurezza il quale prescrive accertamenti con Elettroncefalogramma e Risonanza magnetica.

  • Il bambino talvolta si blocca e fissa il vuoto
  • Manifesta momenti di confusione e tremore
  • Manifesta nervosismo e scarsa concentrazione
  • Ha convulsioni.

Quando il problema è frequente occorre osservare quale sia l’evento che scatena più spesso la crisi , ad esempio suoni e stimoli ambientali troppo , eccessiva stanchezza quindi creare attorno al bambino un ambiente che non lo danneggi.

Occorre prendere precauzioni come non lasciare solo il bambino in momenti di potenziale pericolo come ad esempio il bagno.

Il rimedio più seguito è una terapia farmacologica a base di anti-convulsivanti; spesso è necessario fare più tentativi fino a quando non si trova il preparato più idoneo.

Nei casi più estremi la cura consiste nella rimozione chirurgica della parte del cervello in cui più spesso si generano le crisi.

Durante la crisi occorre allontanare il bambino da spigoli, non trattenerlo durante le convulsioni, proteggere la testa con un cuscino o col caschetto, metterlo in posizione di sicurezza.

Scritto da Karen Carboni
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