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BMI in gravidanza: quali sono i valori e come calcolare il peso

Il BMI è una formula matematica che valuta e schematizza dati di altezza e peso di una persona. Nel caso delle donne in gravidanza, i valori medi dipendono da molti fattori.

Il BMI (Body Mass Index) che tradotto in italiano vuol dire semplicemente Indice di Massa Corporea (IMC) non è altro che una formula matematica che valuta e schematizza dati di altezza e peso di una persona. Sostanzialmente si tratta di un parametro che inserisce diversi soggetti in determinate categorie generiche. Queste categorie variano da una minima ad una massima. Anche in gravidanza il BMI può cambiare in base alle varie condizioni della donna.

C’è da dire però che ogni soggetto va sempre contestualizzato in base agli anni, alla propria costituzione, alla distinzione tra le varie masse corporee quali, magra, ossea e grassa. Ovviamente il tutto va equilibrato e schematizzato anche in base e alle condizioni fisiche e di salute generali della del soggetto in questione.

BMI: la formula matematica e le categorie

La formula matematica è abbastanza semplice. Si ricava dividendo il peso del soggetto, ovviamente espresso in Kg, con il quadrato dell’altezza dello stesso espressa in metri. Questo risultato va sarà compreso nella tabelle BMI la quale classifica ogni soggetto nel seguente modo:

  • Una persona normopeso ha un BMI incluso tra 18,50 – 24,99;
  • Una persona che è in evidente sottopeso ha un BMI al di sotto del 18,49;
  • Una persona in sovrappeso ha un BMI incluso tra 25 – 29,99;
  • Una persona obesa ha un BMI al di sopra di 30.

Per quanto riguarda le persone obese invece è stata stipulata una classifica suddivisa in tre categorie:

  • Obesità di classe I definita lieve, è inclusa quando il BPM è tra 30 e 34,99;
  • Obesità di classe II definita media si ha nel momento in cui il BMI è compreso tra 35 e 39,99;
  • Obesità di classe III definita grave qualora il BMI è superiore a 40.

BMI e gravidanza: i parametri

Le modificazioni dell’organismo materno subisce diverse modifiche le quali comportano un aumento graduale del peso corporeo. Fondamentalmente è l’età del feto che rappresenta circa il 70% dei chili in eccesso mentre la restante parte è da attribuire a quello che potremmo definire contributo materno. Il feto da solo non contribuisce al totale aumento del peso e sono da valutare alcune componenti come ad esempio il liquido amniotico e la placenta. Nello specifico, per quanto riguarda la madre, ciò che contribuisce sono l’aumento del liquido extracellulare, il volume del sangue.

Non è raro sentire che in media una donna in attesa dovrebbe aumentare di 10-12 kg ma anche in questo caso si tratterebbe di una quantificazione troppo generica. L’aumento ponderale ottimale dipende dal peso pregravidico e si consiglia di calcolarlo in ottica del BMI al primo mese di attesa. Ponendo l’esempio di una donna in sottopeso è logico pensare che metterà più kg rispetto ad una donna in sovrappeso. Per quanto riguarda la future mamme che attualmente si trovano in evidente sottopeso è fortemente raccomandato un adeguato incremento ponderale. Ciò ridurrà notevolmente i rischi di difetti per lo sviluppo del feto e di parto prematuro.

Tabella degli aumenti di peso in gravidanza

Sostanzialmente quelli che sono i valori medi riguardanti l’aumento di peso durante la gestazione sono strettamente legati all’indice di massa corporea che si riferisce al periodo precedente alla gestazione:

  • 12,5 – 18 kg riguarda le neomamme sottopeso BMI minore di 18;
  • 11,5 – 16 kg riguarda le neomamme normopeso BMI che varia tra 18 e 24,9;
  • 7 – 11,5 kg nelle neomamme in sovrappeso BMI che varia tra 25 e 29,9;
  • 5 – 9 kg nelle neomamme obese BMI maggiore di 30.
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