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Come spiegare il 1 maggio ai bambini: i consigli

Esiste una favola in grado di spiegare l'importanza della festa del lavoro: anche i più piccoli devono essere istruiti a dovere.

Il 1 maggio è la festa del lavoro e dei lavoratori ed è bene che anche i bambini comprendano il significato di questa giornata. Al giorno d’oggi, festeggiare la giornata dei lavoratori e del 1 maggio fa rattristare molti causa la crisi economica e i pochi posti di lavoro disponibili. Ma non dobbiamo lasciare che la negatività colpisca anche i più piccoli. Ecco alcuni consigli per spiegare ai bambini l’importanza della festa dei lavoratori.

L’importanza del lavoro nella costituzione

Per spiegare ai bambini questa festa ricorda loro che, secondo l’articolo 1 della Costituzione, “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro” e quindi avere un lavoro non è solo una questione economica. Infatti, il lavoro è anche e soprattutto una realizzazione personale, un modo per far capire cosa si fa per tenersi impegnati. Spiega al bambino che è importante avere un’occupazione, in quanto in questo giorno si festeggia l’operosità umana. Si festeggiano anche tutti i lavoratori e tutti i tipi di lavoro. In questa giornata, inoltre, qualora fosse feriale non si va al lavoro, ma si resta a casa proprio per onorare tutti i lavoratori.

La favola dei piccoli lavoratori

Per rendere questa giornata comprensibile anche ai più piccoli, è possibile raccontare loro la favola dei piccoli lavoratori. Secondo questo racconto, tanto tempo fa un gruppo di bambini lavoratori abitava in un villaggio lontano. Questi piccoli erano in grado di costruire capanne, allevare il bestiame e studiare le tabelline. Tutti condividevano tutto ed erano felici. Un bel giorno, però, alcuni bambini decisero di imporre delle regole e obbligarono tutti gli altri a sottostare alle loro direttive. Questi bambini vennero chiamati padroni. Gli altri abitanti del villaggio non erano abituati ai nuovi ritmi e si chiedevano se fosse giusto sottostare a queste regole. Un piccolo gruppo di bimbi decise di formare un sindacato, cioè un insieme di persone che si opponesse ai nuovi ordini. L’insieme di più voci avrebbe potuto garantire un cambiamento.

Mano a mano che si spargeva la voce nel villaggio, il sindacato otteneva altri consensi e adesioni da parti degli altri bambini. Finalmente questi lavoratori insoddisfatti organizzarono un grande sciopero: i ritmi quotidiani non permettevano riposo e i bambini non potevano sopportare questo sfruttamento. Il padrone venne colto di sorpresa: non pensava che un gran numero di lavoratori potesse opporsi alle sue direttive. Allora nacque un conflitto tra le due parti: i lavoratori chiedevano maggiore tempo libero per giocare; il padrone, invece, voleva tassativamente obbligare i piccoli ai ritmi incalzanti. Per risolvere le divergenze le due parti si misero a tavolino e mangiando pane e marmellata raggiunsero un accordo. I lavoratori si impegnavano a lavorare fino ad un ora prima del tramonto e poi tutti insieme andavano a guardare i cartoni animati alla televisione. Per celebrare la fine delle divergenze venne istituita la festa del primo maggio.

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