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Collo corto dell’utero: quando il bimbo nasce prematuro

Oggi si assiste ad un aumento del numero di bambini nati prima o prematuri. Oggi è possibile scoprire in tempo eventuali patologie e curare il bambino o la mamma in tempo.

Cosa succede se si ha collo corto dell’utero? A quali rischi si va incontro? Se volete conoscere tutti i dettagli su cosa vuol dire esattamente che il collo dell’utero è corto, ecco una pratica guida che vi permetterà di sapere tutto su questa delicata ed importante fase dell’utero.

Partiamo proprio dal principio. Se il collo dell’utero è corto, vuol dire che siamo all’inizio del travaglio e quindi niente di particolarmente preoccupante, ma se il collo dell’utero si accorcia con troppo anticipo, allora potrebbe esserci il rischio di un parto prematuro, e si deve intervenire immediatamente.

Accorciamento del collo uterino

L’utero è un importantissimo organo femminile che si trova al centro del bacino e che accoglie l’ovulo fecondato, aiutandone lo sviluppo e garantendogli tutto il necessario per la sopravvivenza e la crescita. Alcune donne hanno l’utero retroverso e cioè che appoggia leggermente sulla vescica e quindi inclinato verso la colonna vertebrale invece che verso l’addome.

Il collo dell’utero o collo uterino o cervice uterina è la parte finale dell’utero. Questo organo è vitale, sia per lo sviluppo del feto che per l’espulsione del bambino al termine della gravidanza. Sono infatti proprio le contrazioni dell’utero, o meglio delle sue pareti che permettono all’organo di appiattirsi e di creare una specie di passaggio, meglio conosciuto come canale del parto, per il bambino. Durante le contrazioni infatti l’utero si appiattisce sulle pareti della vagina ed il bambino trova lo spazio necessario per uscire dalla pancia della mamma.

Durante invece i nove mesi di gestazione, l’utero rimane chiuso per proteggere il feto, grazie anche alla presenza del tappo mucoso, e per impedire la nascita prematura del bambino. Questo organo è in assoluto l’organo femminile che subisce le più importanti trasformazioni, esso infatti se non ci sono gravidanze in atto è vuoto, ad inizio gravidanza pesa 50 grammi ed è normalmente lungo 7 cm ed al termine pesa quasi 1,5 kg per una lunghezza totale di 35 cm. Incredibile vero?

Come gestire un bimbo prematuro

Il collo dell’utero è, in condizioni normali lungo tra i 2 ed i 4 centimetri con un diametro di circa 2 centimetri e mezzo. Negli ultimi mesi di gestazione, a causa del peso del feto, la lunghezza diminuisce. Con l’inizio del travaglio le pareti del collo dell’utero si appiattiscono, fino quasi a diventare una parte sola con la parete uterina ed il suo diametro si allarga, fino ad arrivare ai famosi 10 centimetri di dilatazione, che normalmente annunciano l’imminente nascita del bambino.

Può però capitare che il collo dell’utero si accorci, ma che i tempi per il parto non siano ancora quelli giusti o maturi e quindi di norma il medico consiglia alla futura mamma riposo assoluto a letto. Questo perché se la donna rimane in piedi, la forza di gravità ed il peso, spingono il bambino verso il basso, con conseguente rischio di parto prematuro. Secondo la Società Italiana di Neonatologia, i bambini prematuri sono i neonati che nascono prima della 37 settimana e che, alla nascita, hanno un peso inferiore ai 2500 grammi.

Di solito se i genitori, soprattutto se si tratta di prima gravidanza sono inizialmente poco preparati, in caso di parto prematuro lo sono ancora di più. Tuttavia vista l’alta percentuale di parti prematuri che si verifica in Italia ogni anno, circa 5000, oggi si può tranquillamente affermare che la maggior parte degli ospedali sono assolutamente in grado di gestire questa emergenza con le migliori tecniche di assistenza.

Spesso il parto prematuro è sintomo per i genitori, soprattutto per la mamma di sensi di colpa ed inadeguatezza, con mille e più domande sul perché ciò sia accaduto e sul perché non si è riusciti a portare a termine la gravidanza. Ecco allora che si scatenano sentimenti importanti come rabbia, frustrazione e forti stati emotivi, spesso incontrollabili che portano a cefalee, insonnia e sintomi vari.

Nonostante le difficoltà iniziali, normalissime, è importante imparare a gestire un bimbo prematuro nel migliore dei modi, sfruttando tutte le risorse a disposizione. Quindi dopo aver gestito le iniziali emozioni, meglio aprire se stessi ed iniziare ad esempio a confrontarsi con altri genitori di bambini prematuri, accettare l’aiuto del personale medico specializzato, fare domande, chiedere e domandare tutto ciò che si desidera pur di risolvere ogni dubbio.

Importantissimo poi è ovviamente il bambino. Instaurare un legame importante e solido con lui, attraverso la stretta della manina, una carezza o far sentire la vostra voce è davvero fondamentale per farlo crescere in serenità e tranquillità.

Nato prima del tempo

Piccolo e fragile, ecco come si presenta un bambino prematuro nato prima del tempo. Molto più piccolo e molto più fragile di un normale bambino nato dopo una gravidanza completa, seppur quest’ultimo apparentemente altrettanto fragile e piccolo. I bambini prematuri sono bambini che hanno bisogno di più cure, di più attenzioni e di più aiuto. Oggi nel 90% dei casi, un bambino nato prematuro sopravvive e cresce in tutta tranquillità. Basti pensare che oggi sopravvive circa il 40% dei nati di 500-700 gr e fino all’80% di quelli che pesano più di 700 gr.

Un bambino prematuro presenta ancora delle immaturità a livello di organi ed apparati vari e l’entità di questa immaturità dipende da quante settimane prima è uscito dal grembo materno, si parla infatti di prematurità tardiva, media ed estrema. Quella tardiva comprende le nascite a 35-36 settimane, quella media tra la 35a e la 28a settimana e la prematurità estrema riguarda i bambini nati prima del tempo e che non hanno completato la 28a settimana. I bambini prematuri hanno un maggiore rischio di sviluppare infezioni, emorragie cerebrali, difficoltà respiratorie o malattie degli occhi. Un bambino su 10 va subisce danni neurologici permanenti, come la paralisi cerebrale infantile o deficit neurosensoriali. Tutte le malattie della prematurità sono tuttavia rare dopo le 32 settimane. Diverse complicazioni potrebbero anche emergere a distanza di tempo come ad esempio difficoltà di comportamento, apprendimento o socializzazione, o malattie in età adulta a danno di reni e cuore.

Il bambino prematuro

I bimbi prematuri nati prima del tempo, passano direttamente dalla pancia della mamma all’incubatrice, dove c’è un clima termo-neutrale, cioè un clima che non sottopone il bambino a sforzi, che in condizioni normali sarebbero naturali, per adattarsi al nuovo clima fuori dalla pancia. Se i piccoli sono nati tra la 33a e la 34a settimana il periodo da trascorrere in incubatrice, normalmente è di una sola settimana, ma per quelli ancora più piccoli e che hanno un peso pari o inferiore al mezzo chilo, potrebbero servire uno o due mesi.

La durata della permanenza in incubatrice dipende sia dall’autonomia respiratoria, che da quella cardiocircolatoria e dalla capacità di alimentarsi autonomamente. I bambini nati prima non hanno ancora i polmoni maturi e per i conseguenti problemi respiratori si ricorre alla somministrazione del cortisone prenatale, un farmaco che stimola lo sviluppo dei polmoni. Ma per affrontare ancora meglio l’argomento e per chiarire ulteriori dubbi, può rivelarsi utile leggere qualche libro che tratta l’argomento dei bambini prematuri. Ecco una selezione dei migliori testi da leggere.

1. Nati prematuri. Tracce psichiche negli adulti e cura psicoanalitica

La nascita di un bambino prematuro è una nascita speciale, sentita particolarmente da chi sta vicino al bambino, ovviamente in modo particolare dai genitori, ma anche del bambino stesso. In questo testo, molto vicino ad un vero e proprio percorso analitico, il soggetto adulto è sottoposto ad una specie di nuova nascita, per dimenticare e allontanare il periodo vissuto della nascita prematura del proprio bambino.

2. Nato prima del tempo. Sacralità della nascita e accoglienza amorevole al neonato prematuro

Un testo interessantissimo dedicato a tutto ciò che ruota intorno alla nascita, dalla gravidanza a parto, ma sotto un punto di vista decisamente particolare, quello spirituale degli operatori sanitari. Due testi bellissimi, il primo dedicato all’accoglienza del neonato in condizioni normali e l’altro invece incentrato sull’accoglienza del neonato con problemi particolari, come nel caso del bambino nato prematuro.

3. Touch me. Il guerriero in una mano

Un testo dolcissimo che racconta come si può ristabilire il contatto fisico tra mamma e bambino nato prematuro. Ogni passo in avanti è una lotta giornaliera, una lotta che un piccolo, fragile ma forte guerriero che sta in una mano, compie assieme ai suoi genitori.

4. Il bambino prematuro. Le cure pediatriche speciali in ospedale e a casa

Ogni anno sono circa 40.000 le famiglie in Italia che hanno un bimbo prematuro in ospedale. Ecco un testo che fornisce informazioni accessibili a tutti, corredato da moltissimi suggerimenti sia da parte di esperti che di genitori di bambini prematuri che hanno già vissuto questa esperienza.

5. Lo sviluppo dei bambini nati pretermine. Aspetti neuropsicologici, metodi di valutazione e interventi

Un testo che raccoglie importanti contributi forniti dai principali studiosi italiani, specializzati in materie come sviluppo neurologico, fisico e psicologico dei bambini nati pretermine. Non solo il testo si focalizza anche sul post ospedale e sulle figure che se necessarie, continuano a collaborare con i genitori come il pediatra di famiglia, il fisiatra, il fisioterapista, il logopedista, l’educatore o l’insegnante.

Negli ultimi decenni i casi di bambini nati prima o prematuri sono aumentati, e mentre in paesi come Africa o Asia le cause sono principalmente legate a situazioni di povertà o diagnosi poco corrette, nei Paesi sviluppati, i parti prematuri, sono dovuti principalmente a fattori come l’aumento dell’età media della gravidanza o il fumo. Ma grazie proprio a questo aumento e ai conseguenti e frequenti studi, le diagnosi ed i controlli sono oggi più efficaci e consentono di conoscere in tempo eventuali patologie e di agire di conseguenza.

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