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Quali giochi adatti per bambino cinque mesi

Quando un bambino arriva all’età di cinque mesi è già in grado di riconoscere le persone a lui più familiari e mostra gioia ed entusiasmo quando si rende conto della loro presenza. Per migliorare la memoria visiva e per stimolare al massimo le sue emozioni, si può organizzare un gioco davvero molto semplice.

Procuratevi un album fotografico, meglio uno piccolo e con copertina morbida che risulti facilmente maneggevole per un bambino, riempitelo con le foto delle persone che il piccolo già conosce, sedetevi vicino a lui e iniziate a sfogliare l’album lentamente. Indicate ogni persona scandendo bene il nome, noterete che sorriderà e avrà un’espressione compiaciuta ogni volta che riconoscerà qualcuno o, al contrario, avrà un’espressione dubbiosa di fronte all’immagine di una persona che non ricorda. Sfogliate l’album più volte, poi lasciatelo a sua disposizione e sicuramente il bimbo lo farà diventare uno dei suoi giocattoli preferiti e proverà a girare le pagine per rivedere la mamma, il papà, i nonni, gli zii e tutte le persone che sente più vicine a lui. Questo è un esercizio valido anche per l’ascolto e per l’apprendimento del linguaggio, ad ogni viso il piccolino associa automaticamente un nome che si sforzerà di pronunciare.

Potete creare un altro gioco divertente e utile per suscitare il senso della scoperta e il piacere della conquista, utilizzando un peluche e alcune buste di stoffa, tipo quello che si usano per la spesa. Prendete l’orsacchiotto preferito di vostro figlio, mostrateglielo, poi inseritelo in una borsa e avvolgete il tutto in altre tre o quattro borse. Iniziate a togliere il primo strato e chiedete: “E’ qui il tuo orsacchiotto?”, il piccolino si sorprenderà nel non vederlo, poi continuate a togliere gli strati e man mano ripetete la stessa domanda, quando alla fine l’amato orsacchiotto verrà fuori, riderà di gioia. Evitate i sacchetti di plastica, possono essere pericolosi, in quanto il bambino potrebbe morderli e ingerirne qualche pezzo.

Scritto da Antonietta Zazzara
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